La puntata de Le Iene andata in onda il 9 marzo 2025 ha portato sotto i riflettori il nome ormai super discusso di Davide Lacerenza e sulla sua Gintoneria. Ma cosa è emerso davvero dall’inchiesta? Qual è il quadro che ne viene fuori? E soprattutto, cosa dice questa storia sulla Milano di oggi? Qui sotto trovate il video del canale gianca net e lo spazio per lasciare i vostri commenti!
Le Iene su Davide Lacerenza 9 marzo 2025
Nel servizio, Le Iene hanno mostrato immagini della Gintoneria e intercettazioni che gettano un’ombra pesante sulla figura di Lacerenza e sul mondo che ruota attorno ai suoi locali. Un mondo fatto di lusso sfrenato, serate eccessive e soprattutto tanti interrogativi sulla reale natura degli affari che lo circondano.
Le parole che emergono dalle intercettazioni lasciano poco spazio all’immaginazione: festini, soldi, personaggi noti della movida e situazioni ben oltre il limite della legalità. Il quadro che si delinea è quello di un ambiente in cui l’esagerazione diventa la regola, e dove tutto sembra permesso, fino a quando le telecamere non iniziano a riprendere.
Milano, la città dei guru e dei fenomeni effimeri
Quello che colpisce non è solo il caso in sé della Gintoneria, ma il contesto in cui si inserisce. Milano, ormai da anni, è diventata la capitale italiana dell’eccesso: locali esclusivi, influencer che ostentano ricchezze smisurate, una continua ricerca di notorietà basata più sull’apparenza che sulla sostanza.
Lacerenza non è un caso isolato. È il simbolo di una cultura che premia chi riesce a creare un personaggio più che chi costruisce un’impresa solida. Lo dimostra anche il fatto che personaggi come lui trovano spazio in trasmissioni che, nel nome del business e dell’imprenditorialità, spesso mescolano realtà e illusione.
E qui entra in gioco un altro nome: Gurulandia. Un format YouTube che ha contribuito a dare legittimità a figure controverse, esaltandole come esempi di successo, quando in realtà molte di queste storie finiscono sotto i riflettori per motivi ben diversi.
Un elemento curioso emerso nel servizio è il confronto con Vanna Marchi. L’ex regina delle televendite truffaldine, condannata per le sue pratiche commerciali ingannevoli, in questo caso sembra quasi apparire come una figura più moderata rispetto a ciò che si è visto nel mondo di Lacerenza. Un ribaltamento paradossale, che mostra come il livello dell’inganno e dell’eccesso si sia alzato al punto che persino chi è stato un simbolo delle truffe del passato oggi sembra meno spregiudicato rispetto alle nuove generazioni di “imprenditori del nulla”.
C’è un altro aspetto da non sottovalutare: il potere dei social media nella costruzione di questi personaggi. Lacerenza, prima che attraverso i media tradizionali, è diventato noto grazie a Instagram e altre piattaforme dove l’immagine vale più di ogni altra cosa. Il suo stile di vita, il modo di comunicare, la narrazione che ha costruito attorno a sé, tutto fa parte di un copione ben preciso, studiato per attrarre seguaci e creare un’aura di esclusività.
Ma la domanda è: fino a che punto può reggere un personaggio costruito solo sull’apparenza? E soprattutto, cosa succede quando la realtà supera la finzione e l’illusione crolla sotto il peso delle prove?