Il video che ha fatto il giro del mondo nelle ultime 24 ore è stato condiviso da Donald Trump sul suo social network, Truth Social, e successivamente su Instagram, scatenando reazioni contrastanti, persino tra i suoi stessi sostenitori. Il filmato, che rappresenta Trump in modo quasi divino, con immagini dorate e un montaggio propagandistico estremo, è stato accolto con entusiasmo da alcuni e con perplessità da altri, anche all’interno del suo stesso elettorato.
Ma chi ha creato questo video? L’ex presidente americano non ha fornito dettagli sulla sua origine, limitandosi a condividerlo. Dopo un’analisi più approfondita, è emerso che il video non è stato prodotto dal team di Trump, ma da un gruppo chiamato Nazi Hunters, attivo su piattaforme come X e con un seguito relativamente piccolo. Il filmato era stato pubblicato inizialmente il 7 febbraio, ottenendo appena 2.400 visualizzazioni, fino a quando Trump non l’ha condiviso, portandolo improvvisamente all’attenzione globale.
Questa situazione ha aperto un dibattito su più livelli: da un lato, il contenuto e la forma del video, che per molti rappresentano una versione eccessiva e idolatrante di Trump, dall’altro il significato stesso della sua condivisione. In particolare, l’episodio dimostra quanto oggi sia facile che contenuti di nicchia, con origini poco chiare, possano diventare strumenti di propaganda su larga scala. Anche negli Stati Uniti, dove l’ex presidente gode di un’ampia base di sostenitori, il video non è stato accolto unanimemente in modo positivo: alcuni hanno criticato l’eccessivo tono propagandistico, altri si sono chiesti se una rappresentazione così esagerata non potesse addirittura danneggiare l’immagine di Trump.
L’origine del video, legata a un gruppo con posizioni estremiste, solleva poi ulteriori interrogativi. I Nazi Hunters, nonostante il nome possa evocare un’azione nobile, sembrano essere coinvolti in attività di propaganda discutibili, contribuendo a diffondere contenuti che possono facilmente essere strumentalizzati da varie parti politiche. La loro posizione sul conflitto israelo-palestinese sembra averli spinti a produrre un video con forti connotazioni simboliche, probabilmente con l’obiettivo di attirare l’attenzione internazionale sulla questione di Gaza e sulla leadership di Trump.
Infine, la vicenda mostra come la dinamica dei social media abbia completamente trasformato il modo in cui si diffondono e vengono percepiti i contenuti politici. Un video nato in un contesto di nicchia può, con la semplice condivisione da parte di un leader influente, diventare virale e modificare il dibattito pubblico, con reazioni imprevedibili anche tra gli stessi sostenitori.
